Le Guide Alpine Oggi

Al cospetto del re degli ottomila

Testo: Carla Scalet | Foto: Simone Simoni

Sono stati due giorni intensi e frenetici quelli trascorsi con Reinhold Messner a San Martino di Castrozza

Sono stati due giorni intensi e frenetici quelli trascorsi con Reinhold Messner a San Martino di Castrozza. Sempre circondato da una folla più o meno amante della montagna, imprigionato dagli inevitabili selfie e dalla richiesta di autografi, lui in verità sempre molto gentile e disponibile, con lo sguardo andava sempre più spesso lassù, verso le Pale, affascinato come quando, da giovane, vi compì le prime ascensioni.

A metà pomeriggio, mi prende in disparte e mi chiede: “Questa sera portami un un posto bello, un posto mai visto con gente di montagna, vorrei parlare un po’ con qualche Guida Alpina”. Due telefonate e tutto si è risolto quasi magicamente: nella Mezzano Romantica, è avvenuto l’incontro, in un luogo che ha entusiasmato il grande alpinista che ha girato mezzo mondo.
Mai potrò dimenticare la sua espressione tra lo stupito ed il commosso quando, arrivati sulla piazza del caratteristico paese rurale, Messner ha visto tutte le Aquile schierate in sua attesa: “Sono venuti tutti, in divisa, per me!”. (E ti credo, sei Reinhold Messner!).

Una breve passeggiata per le deliziose vie di Mezzano e poi l’arrivo al “Tabià della Gemma”. I primi timidi convenevoli, il caloroso saluto delle autorità locali e poi… chi romperà il ghiaccio? Che cosa gli chiediamo ora? Ed è a questo punto che inizia la magia. il ritrovarsi sincero e diretto tra gente di montagna. Lui, che solitamente è invitato a parlare di montagna al pari di un docente universitario a folle di profani, costretto a ripetere sempre quei concetti e quelle incredibili imprese, sente che per una volta può rilassarsi ed ascoltare, con curiosità ed entusiasmo; può insomma ad essere alpinista tra alpinisti, amico e compagno di cordata.

Si snocciolano nomi di vie e di cime come un rosario di antica memoria, nomi di amici vecchi e nuovi, ricordi commossi di coloro che non ci sono più, imprese passate, magari raccontate mille e mille volte, riprendono vigore ed entusiasmo nel raccontarle ancora, in quel vecchio tabià, come stretti in un abbraccio di legno profumato, mentre una luce tremula e soffusa dona un’incredibile dolcezza a quei volti scavati e duri. In punta di piedi mi allontano, esco sulla piccola piazzetta e la fontana sembra ripropormi lo stesso brusio, sembra chiedermi perché me ne sono andata da lì. Forse non ho una risposta, sentivo però di violare una strana intimità, un filo conduttore steso troppo in alto per chi quelle cime non le ha mai raggiunte, ma le ha solo tanto amate da quaggiù.

Grazie Reinhold, grazie Aquile!

Aquile Magazine